DISTURBI CORRELATI A EVENTI TRAUMATICI E STRESSANTI

Anedonia, disforia e dissociazione determinanti vulnerabilità,

difficoltà nell’interazione sociale e scarsa efficienza personale, scolastica o lavorativa.

 

QUADRO
In questa tipologia di disturbi l'esposizione a eventi traumatici o stressanti, compresa la sofferta mancanza di accudimento durante l'infanzia o l'adolescenza, è il fattore diagnostico principale, perché l'afflizione psicologica che nasce dall'evento non è limitata a paura o ansia, ma va oltre assumento   ulteriori aspetti in funzione delle caratteristiche individuali e del tipo di trauma vissuto, quali:

 anedonia: incapacità di provare la tipica soddisfazione derivante da attività quali dormire, nutrirsi, contatto fisico ed il rapporto sociale;

disforia: umore alterato da inquietudine, frustrazione, pessimismo, tensione, irritabilità, ira e

aggressività

 dissociazione: discontinuità nella normale integrazione della coscienza, della memoria, dell’identità, della percezione, della rappresentazione del corpo e del comportamento.

La reazione all'evento traumatico può anche essere caratterizzata dalla compresenza di sintomi diversi nell'ambito di anedonia, disforia e dissociazione.

 

Sintomi generali
Nei giovani può verificarsi la totale mancanza, o almeno uno sviluppo fortemente deficitario, della capacità di sviluppare una relazione affettiva con una figura adulta di riferimento per riceverne dedizione, amore, protezione, cura etc. Questa situazione non va confusa con analoghi sintomi tipici del giovane autistico che generalmente non ha vissuto stress infantili.

Abbiamo quindi la comparsa di sintomi emotivi o comportamentali che accompagnano una forte angoscia, che però rispetto alla gravità o all'intensità del fattore esterno scatenante risulta obiettivamente sproporzionata, tenuto sempre conto del contesto esterno e dei fattori culturali che potrebbero influenzare la manifestazione e la gravità del sintomo.

Costituiscono traumi gli eventi violenti o accidentali vissuti in prima persona - anche indirettamente da parenti e amici stretti, oppure l'esposizione diretta a crudi dettagli dell'evento ormai concluso (come in occasione di un soccorso di emergenza o le risultanze di indigini pedopornografiche), che arrecano o minacciano di arrecare una perdita significativa dell'integrità psicofisica, o che generano orrore e strazio, oppure sconvolgono per il sovvertimento dell'ordine naturale e morale della vita e delle relazioni, del sentimento del pudore, dell'affetto - tali da paralizzare le capacità di difesa, di comprensione, di contestualizzazione o di accettazione, come ad esempio accade improvvisamente di fronte alla morte, alla violenza, al contatto altrui con parti intime del corpo etc..


La persona vive ricordi ricorrenti, involontari e intrusivi dell'evento traumatico e reazioni fisiologiche, sia in stato di veglia che durante il sonno, anche in modalità simbolica, ed al contempo la dissociazione non gli consente di ricordarne aspetti essenziali. 

L'individuo può anche sperimentare stati dissociativi che durano da pochi secondi a diverse ore o addirittura giorni, durante i quali l'evento o una sua frazione viene rivissuto dalla persona come fosse reale, con o senza perdita di consapevolezza della realtà presente  (flashback). 

La reazione psicologica e fisiologica può manifestarsi anche in rapporto a esperienze che posso rievocare l'evento traumatico (ad es. il vento dopo un uragano; vedere improvvisamente qualcuno che assomiglia a chi ci fede del male, sentire un odore, mettersi alla guida dell'automobile) spingendo la persona a cercare di evitarle o di rievocarne l'evento associato.

Un'altra conseguenza del trauma è l'alterazione in negativo della percezione della realtà passata e presente (es. "è stata tutta colpia mia") e dell'aspettativa equilibrata verso il futuro (ad es. "non potrò più fidarmi di nessuno").

Generalmente si assiste ad un peggioramento del tono dell'umore e la persistenza di uno stato d'animo negativo (ad es. paura, orrore, rabbia, colpa, vergogna). Può verificarsi un cambiamento delle abitudini a causa dell'accresciuta sensibilità al pericolo o per disaffezione verso i propri abituali interessi, ma anche comparire una sensazione di estraneamento e di incapacità di provare emozioni positive.
Altre possibili conseguenze sono: sbalzi di umore, accresciuta sensibilità agli stimoli esterni ed accresciuta suscettibilità ai comportamenti altrui, condotte avventate o pericolose, scatti d'ira e di violenza ingiustificati, anche diretti verso se stessi. Difficoltà di concentrazione, di ricordare gli impegni quotidiani (ad esempio, dimenticanza del proprio numero telefonico) di saper svolgere compiti definiti etc. Problemi di rilassamento, di sonno, fino alla comparsa di sintomi dissociativi persistenti che vanno dalla sensazione del distacco dal proprio corpo (depersonalizzazione) al distacco emotivo dal proprio mondo interno (derealizzazione).


Durata
Insorgenza dei primi sintomi emotivi o comportamentali entro 3 mesi dall'inizio del fattore stressogeno.

Sintomi isolati non sufficienti ad integrare un disturbo clinico sono rilevanti anche se insorgono dopo 3 mesi dall'evento, purché generano le conseguenze tipiche indicate.

 

Conseguenze
Vulnerabilità, difficoltà nell’interazione sociale e scarsa efficienza o produttività personale e lavorativa.