DISTURBI DEL SONNO-VEGLIA

Scadimento significativo della qualità della vita

a causa di alterazioni nella quantità, qualità e ritmo del sonno.

 

QUADRO
La persona lamenta insoddisfazione per la quantità, qualità ed il ritmo del sonno, a cui segue senso di angoscia ed uno scadimento significativo della qualità della vita, con compromissione dell'efficienza personale, sociale, professionale e scolastica. I disturbi del sonno-veglia sono tali se i relativi sintomi non sono altrimenti attribuibili all'uso di sostanze psicoattive, farmaci o trattamenti sanitari, né a specifiche patologie anche psichiatriche.

E' facilmente intuibile che la qualità del sonno rappresenta un fattore essenziale per l'equilibrio della personalità e l'efficienza personale. Infatti i disturbi del sonno sono spesso accompagnati da depressione, ansia, ed alterazioni della facoltà cognitive di cui bisogna tener conto nella pianificazione del trattamento e nella gestione del problema. I disturbi persistenti come l'insonnia e la sonnolenza cronica costituiscono fattori di rischio accertati rispetto allo sviluppo di malattie mentali e di disturbi correlati all'uso di sostanze, e possono anche rappresentare spie di allarme per possibili episodi di problematiche psicologiche o disturbo mentale. Inoltre, la privazione del sonno ed in particolare della possibilità di sognare a causa di alterazioni delle fasi REM del sonno, provoca l'insorgenza rapida di sintomi ansiosi, irritabilità, difficoltà di concentrazione, disturbi mnemonici, e se protratta a lungo addirittura di sintomi psicotici come spunti di depersonalizzazione e valenze paranoidi.

La diagnosi differenziale dei disturbi del sonno-veglia richiede un approccio multidimensionale, stante la quasi invariabile coesistenza e convergenza di disfunzioni fisiologiche e neurologiche, come ad esempio nel caso della perdita di sonno legata alla depressione. Sul ritmo sonno-veglia incidono negativamente ed in maniera rilevante i disordini nell'ambito dei ritmi secondari della respirazione e del battito cardiaco, quelli relativi alle malattie neurodegenerative (ad es. la malattia di Alzheimer), al sistema muscoloscheletrico (ad es. l'artrosi) ed in generale alla vita vegetativa dell'organismo. Inoltre questi disturbi possono peggiorare a causa dell'alterazione stessa del ritmo del sonno come ad es. accade nelle apnee prolungate, nelle aritmie notturne, nei risvegli confusionali, nelle convulsioni. Il disordine del sonno REM è spesso un indicatore di disordini neurodegenerativi (alfa synucleinopathies) come nel Parkinson.

 

Sintomi generali

L'insonnia è il disturbo classico in questa categoria, e consiste nel soffrire una protratta insoddisfazione per sonno insufficiente relativa o al momento dell'addormentarsi, o al mantenimento del sonno a causa di risvegli continui anche mattutini o infine per impossibilità di ritonare ad addormentarsi dopo il risveglio.

L'ipersonnolenza è caratterizzata da periodi ricorrenti di sonno che avvengono nell'arco di un'unico giorno malgrado nelle precedenti 24 ore si sia dormito per almeno 7 ore consecutive. Oppure dal non sentirsi riposati malgrado almeno 9 ore consecutive di sonno, o infine per protratte difficoltà ad essere completamente svegli dopo un improvviso risveglio. E' accompagnata da forte stress e compromis-sione delle attività cognitive, sociali o professionali.

Sia l'insonnia che l'ipersonnolenza sono tali se non derivano da fattori esterni o patologici specifici come ad es. la narcolessia, le alterazioni della respirazione, del ritmo circadiano, disturbi mentali come l'ansia etc., e infine se non sono causate dagli effetti fisiologici di una sostanza psicoattiva o di un farmaco.

 

La narcolessia è data dal ricorrente bisogno irrefrenabile nell'arco di un'unica giornata, di dormire o di appisolarsi, o da colpi di sonno improvvisi, uniti ad almeno un episodio al mese di cataplessia (perdita improvvisa bilaterale del tono muscolare ma non della coscienza solitamente provocata da forti emozioni come pianto, riso, gioia ecc.), o di analogo fenomeno, o alla carenza di ipocretina non legata a patologia, o infine a problemi accertati di latenza del sonno REM.

 

I disturbi del ritmo circadiano riguardano l'alterazione dei ritmi del ciclo sonno veglia nell'arco delle 24 ore, indispensabili per vivere una vita sana da ogni punto di vista. Se la persona, pur dormendo meno tempo del dovuto, rispetta gli orari richiesti dal proprio ritmo biologico la qualità del sonno non è realmente compromessa. Il ritmo circadiano degli organismi viventi compreso l'uomo segue naturalmente i ritmi naturali a cominciare dall’alternanza giorno/notte, influenzando oltre al bisogno di dormire anche la temperatura corporea, lo stato di veglia, l'appetito, la secrezione di ormoni etc. ovvero i parametri vitali, alcuni dei quali strettamente correlati allo stato di coscienza di veglia. In realtà, spesso il confine tra veglia e stato di sogno non è così netto come si potrebbe pensare, e tendiamo sempre ad addormentarci quando stiamo di fronte a qualcuno che ci parla. Pertanto, il bisogno di sonno è influenzato sia dal ritmo circadiano che da fattori di disturbo esterni come ad esempio jet lag di chi viaggia attraversando il fuso orario, o il lavoro notturno o a turni. Oppure da disturbi interni, come la sindrome da sonno posticipato, caratterizzata da tempi di sonno molto spostati in avanti rispetto al normale e da picchi di veglia vissuti nel cuore della notte. Invece la sindrome da sonno anticipato è caratterizzata dalla difficoltà nel restare svegli sino a sera e dal bisogno di dormire in piena mattinata.

La sindrome da ciclo sonno veglia alterato (Non-24) per il quale l’orario del sonno è di giorno in giorno spostato in avanti ed il picco di veglia di è anch’esso continuamente posizionato in orari differenti. Ed infine il ciclo sonno veglia irregolare, quando la persona, pur dormendo un monte ore di sonno regolare e sufficiente nell’arco delle 24 ore, si addormenta in orari sempre diversi e più volte durante la giornata, svegliandosi più volte durante la notte e ricorrendo a pisolini diurni.

I disturbi del sonno legati alla respirazione, sono legati ad un'alterazione della respiratoria  notturna durante il sonno causa di un'eccessiva sonnolenza diurna, generalmente per apnee (sospensione del respiro) notturne di tipo ostruttivo, che consistono in ripetute fasi di ostruzione delle vie aeree superiori complete o parziale durante il sonno con conseguente riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue. In età pediatrica specialmente nei soggetti obesi, le apnee possono derivare anche da tonsille e adenoidi ipertrofiche.


Bruxismo indica la tendenza a digrignare i denti serrando con forza la mascella, tipicamente durante la seconda fase del sonno, associato a periodi di stress o ansia, ma può verificarsi anche da svegli per esempio quando si è tesi o profondamente concentrati. Se episodi sporadici non causano problemi, la ricorrenza può scatenare dolori, disagio generale e soprattutto danni ai denti.


Disturbo comportamentale del sonno REM consiste nell'emettere parole, suoni o movimenti di gesticolazione quali dialoghi, risate, grida, imprecazioni, fino a compiere gesti violenti con pugni, calci, corse e fughe mimate dal letto, che si manifestano durante il sonno REM, tipicamente verso le prime ore del mattino, spesso concomitanti a sogni molto vividi e angoscianti o incubi in cui si presentano insetti, animali o persone estranee e minacciose che tentano di nuocere alla persona o alla sua famigliari. Al termine dell’episodio il paziente spesso si sveglia, e non appare affatto disorientato né confuso, potendo riferire il sogno che risulta coerente con i comportamenti agiti. La frequenza degli episodi può essere variabile: giornaliera, settimanale, mensile. Gli episodi violenti maggiori si verificano solitamente circa una volta alla settimana o meno, ma si possono verificare anche più volte per notte e per varie notti successive.


Sonniloquio è il parlare durante il sonno, anche nell’ambito di apparenti dialoghi.


Il sonnambulismo è caratterizzato da ripetuti episodi durante i quali la persona, in stato di sonno, si alza dal letto e compie attività motorie di tipo automatico, semplici o complesse e spesso finalizzate di varia natura; presenta un colorito cereo e lo sguardo fisso, insensibilità agli stimoli e alle comunicazioni e oppone resistenza ai tentativi di svegliarlo.


Il disturbo da incubi è dato, in assenza di cause psicopatologiche o sanitarie, dal ricorrere di sogni prolungati per almeno un mese consecutivo, caratterizzati da situazioni di pericolo e terrore, da sforzi diretti ad evitare minacce alla sopravvivenza, alla sicurezza o all'integrità fisica, che oltre a provocare agitazione, ansia e terrore, provocano un improvviso risveglio per urla o pianto, a cui segue un immediato recupero della vigilanza e dell’orientamento con integrità del ricordo.


Il disturbo cosiddetto delle gambe senza riposo è caratterizzata dall’urgenza di muovere le gambe, non attribuibile a problemi sanitari, farmaci o posture degli arti, di solito accompagnate da o in risposta a sensazioni scomode e spiacevoli nelle gambe stesse. Colpisce solitamente gli arti inferiori, ma può interessare anche le braccia, il tronco e persino un arto fantasma. Il movimento della parte del corpo affetta provoca un sollievo temporaneo, mentre durante il riposo dell’arto l’urgenza aumenta. L’impulso a muovere le gambe è più forte durante le ore notturne. Se protratto nel tempo, il disturbo provoca notevole angoscia o compromissione dell’efficienza in ambito comportamentale, sociale, professionale ed educativo.


Risvegli confusionali e pavor nocturnus sono caratterizzati da un risveglio improvviso simile all’incubo notturno, ma al contrario di questo avviene durante il sonno profondo, di solito a partire da un grido di panico, seguito da pianto, con forte attivazione del sistema nervoso autonomo perdita la perdita di urina, sudore, occhi sbarrati, pallore o al contrario rossore in volto, pupille dilatate, respiro corto e frequente, aumento della frequenza cardiaca e del muscolare. Durante l’episodio, che può durare anche fino a 30 minuti, la persona non è risvegliabile con gesti, né con parole, e passata la crisi torna a dormire il sonno profondo, come non fosse successo nulla, e al mattino non c’è ricordo sostanziale di quanto avvenuto.